Nonostante tutti i progressi scientifici, anche nel 21° secolo, molti continuano ad usare il termine “proiezione astrale” per riferirsi allo stato di fase (o sogni lucidi).
Questo è dovuto principalmente al realismo delle esperienze nello stato di fase, agli scenari insoliti dei sogni lucidi e alle lacune nella conoscenza.

Vi siete mai chiesti da dove viene questo concetto – “piano astrale” – e chi lo ha reso popolare?
A febbraio, celebriamo i compleanni di due pionieri degli studi della fase che hanno dato il maggior contributo a questa storia.

Il 16 febbraio 1854 nacque in Inghilterra lo scrittore Charles Webster Leadbeater. Lo zio di Charles era un famoso prete anglicano, era molto colto rispetto ai suoi coetanei.
Tuttavia, più o meno nello stesso periodo, si interessò seriamente all’occulto. Immerso nello studio delle pratiche mistiche, Leadbeater iniziò a meditare.
Fu la meditazione a rivelargli la sua prima “visione astrale”.

Chi gli ha insegnato questa capacità? Trovandosi in questo stato “astrale” pur mantenendo la piena coscienza, lo scrittore era convinto di avere accesso a
informazioni non disponibili alla sua mente razionale. Fu questo dono che lo spinse a scrivere libri come “The Astral Plane” nel 1895 e “Dreams (What They Are and
How They Are Caused)” nel 1898.
Entrambi i libri sono tra i primi a parlare del fenomeno degli stati di fase da un punto di vista pratico. Nonostante i saggi siano pieni di termini e teorie esoteriche, queste opere non sono prive di consigli utili.
Più tardi, lo scrittore si rivolse anche al buddismo, studiando il fenomeno della reincarnazione, e divenne membro della loggia massonica.
Leadbeater morì nel 1934, lasciando una grande eredità di opere varie che univano approccio pragmatico e mistico. Chi allora ha avvicinato Leadbeater verso l’ “astrale” e gli ha insegnato questa pratica?
Leadbeater non ha raggiunto il “piano astrale” completamente da solo. Nel 1883 divenne membro della famosa Società Teosofica. I fondatori di questa società, H.P. Blavatsky e H.S. Olcott, conoscevano bene gli strani fenomeni che si verificano al limite del sonno, che chiamavano “astrali”.
Il problema è che applicavano questo stesso termine sia agli stati meditativi superficiali sia alla dissociazione completa inerente ai sogni lucidi e alle esperienze fuori dal corpo.
É passato un intero secolo prima che lo stato di fase fosse riconosciuto dalla comunità scientifica. Queste scoperte furono rivoluzionarie per i loro tempi.

Vale ancora la pena credere nel “piano astrale” ora, esiste davvero?

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