Le esperienze vicine alla morte (NDE, dall’inglese Near-Death Experiences) non sono un fenomeno nuovo, ma con l’avanzamento della tecnologia, i resoconti di tali esperienze sono diventati più frequenti. Azeem Kaleem, un ricercatore del Pakistan, ha analizzato articoli sulle NDE nelle principali basi di dati scientifiche e ha notato che in media il 17-22% dei sopravvissuti riporta “avventure nell’aldilà”.
L’arresto cardiaco è considerato una causa comune, ma anche una minaccia potenziale può innescare un’NDE. I fattori che contribuiscono alle NDE includono sogni (ricorda che le NDE sono uno degli stati di fase insieme ai sogni lucidi, la paralisi del sonno, ecc.), lo yoga o il déjà vu. Vi è anche un aumento del rischio di NDE nei pazienti con grave patologia renale sottoposti a emodialisi e nelle persone con epilessia. Sono stati documentati resoconti di NDE anche a seguito di incidenti, traumi, ustioni, ictus e tentativi di suicidio. Tuttavia, la scienza non ha ancora identificato una lista definitiva di scatenanti delle NDE.
Le NDE vengono spesso valutate positivamente. L’autostima e l’intuizione aumentano, emerge una maggiore tolleranza verso gli altri, le persone diventano meno materialistiche e più spirituali e religiose, e la paura della morte diminuisce.
Tuttavia, i pazienti che sono tornati alla vita dopo la rianimazione spesso si trovano di fronte all’ignoranza tra i professionisti sanitari. Condividono le loro storie di incontri nell’aldilà con medici o infermieri, solo per essere trattati per disturbi psichiatrici in risposta. Come nota l’autore, il personale ospedaliero equipara le NDE a deliri o psicosi. Ciò porta a trattamenti inutili e causa stress, shock e depressione nei pazienti.
Il ricercatore propone lo sviluppo di un programma educativo per i professionisti sanitari per riconoscere le NDE e insegnare ai pazienti come integrare le loro esperienze nella loro vita, rendendole armoniose su tutti i livelli: fisico, psicologico, sociale, emotivo e spirituale.
Quali componenti includeresti in un simile programma educativo?
L’articolo è stato pubblicato nel giugno 2023 sulla rivista Nursing Practice Today.