Nella vita di tutti i giorni, abbiamo la costante sensazione che la nostra coscienza sia saldamente localizzata nel nostro corpo fisico. Il nostro “Sé” è percepito come localizzato all’interno dei nostri confini fisici, il che serve a tre funzioni: il possesso del corpo, la comprensione della nostra posizione nello spazio e l’elaborazione della prospettiva in prima persona.

Questa armonia abituale viene interrotta quando si vive un’esperienza extracorporea (OBE). In questo caso, la coscienza (il “Sé”) viene percepita come separata dal corpo fisico. La persona si guarda dall’esterno, da un punto esterno, e non dalla prospettiva della prima persona.

L’esperienza extracorporea è uno degli stati di fase, insieme ai sogni lucidi, ai falsi risvegli, alla paralisi del sonno, ecc. Molte persone cercano deliberatamente queste esperienze. Alcuni ricercatori statunitensi (Weiler e Monti) e brasiliani (Moreira-Almeida) hanno scelto di osservare questo fenomeno da una prospettiva diversa. Supponiamo che una persona abbia vissuto un’esperienza OBE. Come possiamo stabilire se si tratta di un’esperienza insolita (ma sana) o di una patologia? Dopo tutto, come aggiungono gli autori, i cambiamenti nella percezione del sé corporeo possono essere sintomi di alcune condizioni neuropsichiatriche.

Per esempio, si può usare la seguente lista di controllo per identificare il disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione (DPDR):

– Avete mai avuto la sensazione di essere un osservatore esterno dei vostri pensieri, sentimenti, corpo o parti del vostro corpo (come se steste fluttuando nell’aria sopra di voi)?

– Avete mai avuto la sensazione che il vostro corpo, le vostre gambe o le vostre braccia siano distorte, ingrandite o rimpicciolite?

– Avete mai avuto una sensazione di estraneità dell’ambiente, distorsione nella percezione del tempo, della distanza, delle dimensioni e della forma degli oggetti?

La presenza di questi sintomi è sufficiente perché uno psichiatra possa diagnosticare un paziente con DPDR. Ciò però non indica necessariamente una patologia. È considerato un disturbo solo quando queste sensazioni si presentano costantemente e impediscono alla persona di agire.

I ricercatori ritengono estremamente importante poter distinguere le OBE sane da quelle psicopatologiche, gli autori così intendono studiare un centinaio di volontari che hanno sperimentato le OBE. Il questionario preparato è composto da venticinque items, di cui venti relativi a sintomi nevrotici, quattro a sintomi psicotici e uno a convulsioni.

Avete mai dubitato della vostra salute mentale dopo aver sperimentato uno stato di fase?

L’articolo è stato pubblicato nel novembre 2022 su ResearchGate.

 

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