Gli scienziati studiano le esperienze extracorporee almeno dalla metà degli anni ’80. Un gruppo di ricercatori spagnoli guidato da Jenny Moix ha condotto una vasta revisione della letteratura, selezionando 87 articoli scientifici e sistematizzando le conoscenze attuali sugli stati extracorporei. Il risultato dei loro sforzi è un catalogo dettagliato delle cause, dei meccanismi e delle conseguenze di questo stato insolito di coscienza.
Ma innanzitutto: perché si verifica un’esperienza extracorporea? Gli scienziati hanno identificato tre principali gruppi di teorie. Gli psicologi suggeriscono che un’esperienza extracorporea possa essere un meccanismo di difesa in risposta allo stress o a un trauma. Collegano inoltre questo stato a malfunzionamenti del cervello che lo porterebbero a interpretare erroneamente gli stimoli sensoriali. E poi c’è l’ipotesi più affascinante: che l’esperienza extracorporea sia un’espressione della “coscienza non locale”. I sostenitori di questa idea ritengono che tali esperienze vadano oltre il modello cervello-corpo e siano collegate a concetti come lo spazio multidimensionale e la fisica quantistica.
Comprendere l’essenza di questo fenomeno potrebbe, quantomeno, aiutare le persone che vivono stati extracorporei a smettere di sentirsi “pazze”. Potrebbe anche aprire la porta a usi psicologici pratici — come la riduzione della paura della morte. Gli autori menzionano anche altri stati correlati che spesso definiamo stati di fase. Ad esempio, la paralisi del sonno e i sogni lucidi possono talvolta fungere da passaggi verso esperienze extracorporee.
Hai mai vissuto un’esperienza extracorporea? Che sensazione ti ha dato?
L’articolo è stato pubblicato nel giugno 2025 su EXPLORE.



