Nella filosofia dell’antica Grecia, esisteva un concetto di “Ravenants” – persone che ritornavano dopo la morte per diventare una specie di ponte tra i vivi e i morti.
Plato, Eraclito e Democrito, sono tra i più famosi filosofi che hanno parlato del tema delle esperienze premorte.
Le scoperte tecnologiche e mediche hanno portato a procedure come La rianimazione cardiopolmonare, che ha causato un numero significativo di esperienze premorte.
Un gruppo di scienziati negli Usa, in Thailandia ed in Svezia, (Kerna, Holets, Carsrud, Hafid, Flores, Anderson, Waugh, Albadri and Pruitt) hanno pubblicato un articolo su questo tema. Come notano i ricercatori, l’esperienza di premorte è stata per la prima volta descritta nel 1740 da un medico militare francese, Pierre-Jean du Monchaux, che suggerì che un incremento di flusso sanguigno al cervello potesse essere la causa di vari sensazioni metafisiche.
Un’ipotesi comune è che l’esperienza di premorte dipenda dalla religione, educazione e crescita di una persona. Spesso le memorie dei sopravvissuti includono storie sul lasciare il corpo, ritrovandosi con antenati o amici deceduti, luce, gioia e pace.
Allo stesso tempo molti altri casi di esperienze di premorte sono stati registrati in paesi come Cina, India, regioni del Sud America, e anche in Medioriente.
Tra le cause fisiche dell’esperienza di premorte gli scienziati notano un aumento di attività nel lobo temporale, che probabilmente conduce a ricordi mistici. Inoltre, la stimolazione del lobo posteriore temporale destro, e della regione tempo parietale, porta a un’esperienza fuori dal corpo.
Alcuni ricercatori affermano che, i pazienti con una completa perdita delle funzioni cerebrali hanno riportato casi di esperienze premorte. Tali esperienze possono essere anche una conseguenza di droghe psicoattive.
In ogni caso secondo gli autori rimane un grande gap tra il mondo scientifico e la sfera spirituale rispetto alle esperienze premorte.
L’articolo è stato pubblicato a Giugno 2021 nel journal EC Psychology and Psychiatry.