Un uomo affetto da epilessia una volta visitò la clinica del Dr. Josef Parvizi, professore di neurologia all’Università di Stanford. Questo paziente si lamentava che durante le crisi epilettiche si sentiva come se stesse fluttuando nello spazio e osservando conversazioni che avvenivano nella sua mente. Questo è diventato il punto di partenza per un importante esperimento sulle esperienze fuori dal corpo (OBE).
Alla fine, un gruppo di ricercatori americani guidati da Dian Lyu ha individuato nove volontari, tutti affetti da forme gravi di epilessia e ricoverati per identificare la fonte delle loro crisi. Il processo ha comportato l’inserimento di elettrodi nei loro cervelli e l’attesa di una crisi. Questi elettrodi potevano anche essere utilizzati per somministrare impulsi elettrici. In questo modo, il team di scienziati è riuscito a stimolare varie aree del cervello per osservare se influissero sulla percezione di sé della persona.
Gli autori hanno scoperto che il precuneo anteriore svolge un ruolo cruciale nella percezione del proprio corpo o del “Sé” corporeo. Questa area è responsabile del “Sé” narrativo, una sorta di autobiografia interna che ci aiuta a definire chi siamo.
Come riportato da NPR, grazie a questa scoperta, i ricercatori possono sviluppare forme di anestesia che utilizzano la stimolazione elettrica al posto dei farmaci. Attualmente, un risultato simile si ottiene tramite farmaci come il ketamine, che influiscono anche sul precuneo. Tuttavia, come sognano gli scienziati, un giorno potrebbero utilizzare impulsi elettrici invece degli anestetici, che hanno numerosi effetti collaterali.
Saresti disposto a sperimentare un’esperienza fuori dal corpo utilizzando questo metodo?
L’articolo è stato pubblicato nel giugno 2023 sulla rivista Neuron.