Il giovane Kafka fugge di casa, perseguitato dalla minacciosa profezia di suo padre. Il suo viaggio si trasforma in una realtà onirica in cui le linee tra il sonno e la veglia si confondono. In questo mondo, i gatti parlanti, le piogge di pesci e l’enigmatico bibliotecario Saeki diventano guide al subconscio di Kafka, con sogni che fungono da portali per un “altro mondo” dove può confrontarsi. Questa è la prospettiva sul romanzo di Haruki Murakami Kafka on the Shore offerto dai ricercatori Adrian Clark Perez e Laarni Perez dalle Filippine.

Questo “altro mondo” nel lavoro di Murakami non è solo uno spazio per la fantasia, ma un riflesso della psiche dei personaggi. In questo mondo, si trovano faccia a faccia con le loro paure, desideri e traumi in sogni lucidi e stati liminali. È come la terapia dei sogni, dove possono vivere ed elaborare cose che sembrano impossibili nella realtà. Questo è particolarmente cruciale per Kafka, che incontra il suo alter ego nell'”altro mondo”, un consulente interiore che lo aiuta a capire se stesso.

Ogni personaggio ha la sua porta d’accesso a questo mondo onirico. Alcuni ci inciampano per caso, sperimentando un trauma, come il vecchio Nakata, che può parlare con i gatti. Altri, come Saeki, cercano rifugio dal dolore della perdita. Altri ancora, come Kafka, arrivano a una coscienza del mondo dei sogni attraverso l’autoanalisi e l’accettazione della responsabilità delle loro vite. Le tecniche specifiche utilizzate dai sognatori lucidi non sono mostrate in dettaglio; invece, i viaggi dei personaggi nell'”altro mondo” rappresentano un processo simbolico di trasformazione psicologica.

Hai letto il libro? Le pratiche descritte in esso assomigliano alle vere e propri sogni lucidi?

L’articolo è stato pubblicato nel marzo 2025 su Puissant.

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