I filosofi africani e studiosi di religione Stephen Hosea Vongdip (Nigeria) e Jock Matthew Agai (Sudafrica) ipotizzano che i racconti delle esperienze di pre-morte abbiano influenzato il modo in cui Einstein concepiva lo spazio e il tempo, contribuendo così alla formulazione della teoria della relatività. In un’intervista, lo stesso Einstein menzionò il caso di una persona caduta da un tetto che, nel momento della caduta, non percepì l’effetto della gravità.

Secondo gli autori, lo studio scientifico delle esperienze di pre-morte ebbe inizio nel XIX secolo, quando il geologo svizzero Albert Heim sopravvisse a una caduta e iniziò a raccogliere testimonianze simili da alpinisti, vittime di incidenti e soldati. Heim osservò che la percezione del tempo cambiava drasticamente durante una caduta da grande altezza: poteva dilatarsi o persino scomparire. Propose così l’idea che il tempo fosse relativo e dipendesse dal movimento degli oggetti.

I racconti di esperienze di pre-morte descrivono spesso un viaggio attraverso un tunnel verso una luce, un fenomeno osservato anche nei sogni lucidi durante esperimenti condotti daREMspace In questo tunnel, il tempo sembra perdere significato. Gli autori concludono che la nostra percezione del tempo è legata alla dimensione materiale: abbandonandola, le leggi familiari di spazio, tempo e gravità cessano di esistere.

Come cambia la percezione del tempo negli stati di coscienza alterata, come i sogni lucidi, le esperienze fuori dal corpo, le esperienze di pre-morte, la paralisi del sonno e i falsi risvegli?

L’articolo verrà pubblicato nel numero di febbraio 2025 del Journal of Journal of Culture, History and Archaeology.

Ti sei perso

Tre tecniche di sogno lucido dal Tibetan Dream Yoga

FBYoutubeTelegram