L’esperienza di pre-morte è spesso uno stato di fase positivo che coinvolge, ad esempio, la visione di un giardino paradisiaco, incontri con cari defunti e angeli, il volo attraverso un tunnel verso la luce o esperienze extracorporee. Dopo tali esperienze, una persona smette di temere la morte e diventa più spirituale. Tuttavia, Agai Matthew Jock, uno studioso di studi religiosi del Sudafrica, è convinto che le esperienze di pre-morte possano anche essere spaventose.
Innanzitutto, durante uno stato di morte clinica, un paziente può vedere non solo il paradiso ma anche l’inferno. Naturalmente, la paura è una conseguenza di tale avventura. Anche i sopravvissuti che hanno un’esperienza positiva spesso si sentono alienati dalla società, soli, persi e impotenti. Molti non possono condividere le loro storie per paura di essere stigmatizzati.
L’autore non afferma che le esperienze di pre-morte portino necessariamente al disturbo da stress post-traumatico. Piuttosto, voleva mostrare una connessione tra di essi e richiamare l’attenzione sull’importanza di comunicare con i sopravvissuti alla morte clinica e comprendere questo problema.
Cosa ne pensi? Le esperienze di pre-morte cambiano più spesso una persona in meglio o causano problemi psicologici?
L’articolo è stato pubblicato nel gennaio 2024 su Theologia Viatorum.