Il Journal of Clinical Sleep Medicine ha pubblicato uno studio in cui degli scienziati brasiliani dell’Università Federale di S. Paolo asseriscono l’impatto dell’epidemia Covid sui pazienti affetti da narcolessia. Questa è una disfunzione del sonno in cui il paziente sperimenta attacchi diurni di sonno, spesso alternati a insonnia notturna.

Con riferimento allo studio di scienziati tedeschi diretti da Michael Rak ,pubblicato nella rivista “sleep” nel 2015, i pazienti narcolettici sono significativamente più inclini ad essere consapevoli nel sonno, rispetto alle persone sane e anche ai sognatori lucidi.
Sono anche più predisposti a sperimentare la paralisi del sonno. In un nuovo studio, 76 pazienti con narcolessia hanno risposto a domande sui cambiamenti nei ritmi del sonno e risvegli mattutini rispetto ai cambiamenti dello stile di vita durante il lockdown.

I ritmi del sonno della maggior parte dei partecipanti sono stati modificati a causa della quarantena. Sintomi come la catalessìa (perdita temporanea del tono muscolare), paralisi del sonno, allucinazioni, e risvegli notturni si sono intensificati, i pazienti hanno anche riportato incrementi della frammentazione del sonno – molti di loro hanno ammesso di essere andati a dormire più tardi o di non avere potuto dormire per molto tempo durante il giorno, per le misure di contenimento della pandemia.

I sintomi legati all’ansia portano a disturbi dei ritmi circadiani (il nostro orologio biologico) che risulta nell’amplificazione delle manifestazioni negative del disturbo del sonno. Mentre nel caso di una persona completamente sana, può risultare in semplici incubi, per un paziente affetto da narcolessia le conseguenze possono essere molto più gravi, avvisano gli scienziati.

Studio pubblicato a ottobre 2020

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