Un uomo chiamato Kevin è quasi morto durante un incidente in moto che l’ha lasciato incosciente.
Mentre si avvicinava al punto di collisione, la sua vita gli balenò davanti agli occhi. Dopo l’incidente, quando Kevin era steso immobile, egli credette che la sua anima avesse lasciato il corpo.
Quello fu il momento in cui Kevin ha incontrato Gesù, secondo quanto riporta un articolo pubblicato il 3 novembre 2020 nella rivista Britannica Express. Può sembrare sensazionale ma esperienze come quella di Kevin non sono poco comuni: gli scienziati associano le esperienze di premorte e associano le visioni divine al sorgere di attività nel cervello umano.
Il neuroscienziato Christof Koch, in un recente articolo per Scientific American, spiega come funziona il nostro cervello sotto condizioni estreme. Le esperienze di premorte arrivano in condizioni estreme, quando il corpo è ferito, il paziente è sotto shock o ha perso conoscenza. Almeno un paziente su 10 ha avuto un arresto cardiaco in ospedale prima dell’episodio.
In quel momento lui/lei ha avuto un sollievo dal dolore, una sensazione di pace, la visione di una luce alla fine del tunnel, la separazione dal corpo, la sensazione di volare sopra al corpo o volare nello spazio.
Ci sono alcune spiegazioni fisiologiche di base per queste sensazioni, come il progressivo restringimento della visione a tunnel dovuto al ridotto flusso sanguigno alla periferia ottica della retina.
Quando il cervello è in mancanza di flusso sanguigno e ossigeno, il paziente perde coscienza e il suo elettroencefalogramma è piatto.
Invece, il perchè il nostro cervello abbia difficoltà a mantenere le sue funzioni come qualcosa di positivo, piuttosto che causare panico e allerta, rimane un mistero scientifico.
Questo articolo è stato pubblicato nel giugno 2020.