Il professor Michel Valentin Marcel Jouvet è stato un neuroscienziato francese, il principale esperto di sonno del XX secolo e, di fatto, uno dei padri fondatori della scienza del sonno in Europa. In un articolo dedicato alla sua morte nel 2017, il The New York Times lo ha definito colui che “ha svelato i segreti del sonno REM”. Era membro dell’Accademia delle Scienze e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui molteplici nomination al Premio Nobel, che però non ha mai vinto. Nel 1951, quando completò gli studi di medicina, la conoscenza sul funzionamento del cervello era limitata; come Jouvet stesso descrisse, era come se la testa fosse piena di ovatta.

Dieci anni dopo, accumulati alcuni fondi, fondò un modesto laboratorio per studiare il sonno nei gatti. Nello stesso periodo, pubblicò un breve articolo che stabiliva le regole di base della polisonnografia, tuttora considerata lo standard d’oro per la registrazione del sonno. Ciò include l’elettroencefalografia (EEG), l’elettrooculografia e l’elettromiografia. Tuttavia, come sottolineato dal portale medico uMEDp, Jouvet preferiva il termine “poligrafia”, ritenendo “polisonnografia” un’assurda combinazione di greco e latino.

Fu uno dei primi scopritori della fase di movimento rapido degli occhi (REM). Questa era stata identificata leggermente prima da Kleitman e Aserinsky, ma Jouvet la definì la fase del sonno paradossale. Rimase una volta stupito nel vedere un gatto in una posizione di sonno, ma con letture EEG tipiche della veglia. Da qui, la fase prese il nome di “paradossale”. Lo scienziato annotò accanto ai dati EEG che il gatto “fingeva di dormire”.

Secondo la ricercatrice canadese Barbara Jones, il rinomato neuroscienziato studiò le strutture cerebrali e le sostanze chimiche responsabili dei diversi stati di sonno e veglia. Scoprì che il ponte (una regione del tronco encefalico) controlla il sonno REM. La rivista Discover descrive uno degli esperimenti di Jouvet in cui rimosse una parte del ponte di un gatto; successivamente, il gatto, pur dormendo, si comportava come se fosse in un sogno: ringhiava, graffiava e mordeva, come se stesse cacciando o difendendosi.

Jouvet credeva che il sonno paradossale non fosse né sonno né veglia, ma qualcosa di completamente diverso. Era una straordinaria combinazione di attività cerebrale e rilassamento muscolare, una sorta di veglia rivolta verso l’interno.

Lo scienziato fu inizialmente ridicolizzato dai colleghi, e ci vollero diversi anni prima che la sua scoperta venisse confermata da altri laboratori indipendenti. Successivamente, trasformò il suo laboratorio e il Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università di Lione in un centro di ricerca sul sonno all’avanguardia.

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