Gli scienziati hanno iniziato a studiare i sogni lucidi solo nel ventesimo secolo, mentre le religioni del mondo hanno sottolineato l’importanza di questo fenomeno nelle loro dottrine da un periodo di tempo molto più lungo. L’influenza di queste pratiche tradizionali degli stati di fase sullo sviluppo dell’attuale interesse riguardo i sogni lucidi è descritta in un articolo analitico pubblicato di recente da scienziati brasiliani assistiti da Kelly Bulkeley degli Stati Uniti.
Alcune delle prime citazioni su sogni lucidi si trovano in manoscritti indù risalenti a oltre 2000 anni fa, che dividono la coscienza nelle categorie di veglia, sogni (compresi i sogni lucidi) e sonno profondo. Nella tradizione buddista, da secoli, i monaci tibetani praticano lo Yoga dei sogni – una tecnica di meditazione che insegna ai praticanti a riconoscere i sogni, superare le paure attraverso la lucida consapevolezza e controllare il contenuto dei sogni.
Nelle scritture islamiche, il sogno lucido è visto come uno stato mentale venerato e un modo speciale per gli iniziati di ottenere esperienze mistiche. A sua volta, il teologo cristiano Sant’ Agostino (354–430 dC) si riferisce ai sogni lucidi come una sorta di rappresentazione dell’aldilà, durante il quale l’anima è separata dal corpo.
Dopo aver analizzato i vari riferimenti ai sogni lucidi nelle religioni del mondo, gli scienziati notano che le religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo e islam) riconoscono i sogni come un modo di comunicare con Dio al fine di comprendere il presente e predire il futuro. Le religioni tradizionali indiane (buddismo e induismo), d’altra parte, sono più interessate a coltivare la consapevolezza di sé, studiare e sviluppare tecniche speciali per l’induzione allo stato di fase e l’osservazione del sonno.
Le religioni indiane possono quindi offrire spunti importanti per i moderni praticanti dello stato di fase e per lo studio scientifico dei sogni lucidi. Nel frattempo, altre religioni si riferiscono a questo fenomeno come “sogni divini”, assegnando loro il ruolo di conoscenza sacra, accessibile a pochi.
L’articolo è stato pubblicato nell’ottobre 2020 sulla rivista Frontiers in Psychology
