Alla fine del 2019 l’epidemia di coronavirus ha colpito la popolazione mondiale. L’Italia è stato uno dei primi paesi colpiti e le misure di stretto isolamento hanno cambiato significativamente i modelli di sonno delle persone. Questo problema ha interessato un gruppo di ricercatori italiani (Scarpelli, Gorgoni, Alfonsi, Annarumma, Di Natale, Pezza e De Gennaro), che hanno condotto un sondaggio online su 90 soggetti nell’ultima settimana di isolamento totale e nella prima settimana successiva.
Ogni mattina, entro 15 minuti dal risveglio, i partecipanti hanno registrato i loro sogni su un dittafono e hanno compilato un diario dei sogni. L’analisi di questi materiali ha mostrato che durante il periodo di isolamento rigoroso, le persone hanno sperimentato un maggior numero di risvegli, si sono addormentate più difficilmente, hanno ricordato più spesso i loro sogni ed erano più coscienti.
Gli autori chiamano il gran numero di sogni lucidi (LD) durante il periodo di isolamento “una scoperta del tutto originale”. Quando le persone si rendono conto che stanno sognando, hanno l’opportunità di controllare la situazione e regolare le loro emozioni. Questo è diventato un modo per affrontare il trauma psicologico a lungo termine, secondo i ricercatori.
Gli autori suggeriscono che la difficoltà di addormentarsi e la frammentazione del sonno durante la notte possono essere associati a un alto livello di eccitazione e stress durante il giorno. Inoltre, gli scienziati hanno trovato più sogni con trame in luoghi affollati, che, naturalmente, è abbastanza comprensibile.
Hai notato un aumento del numero di sogni lucidi durante il periodo di stretto isolamento?
L’articolo è stato pubblicato nel luglio 2021 nel Journal of Sleep Research.