La paralisi del sonno isolata (non associata a disturbi del sonno come la narcolessia) capita almeno una volta a circa il 40% delle persone. La ripetizione di questi episodi è poco comune ed è classificata come un disturbo del sonno Rem. Come gli incubi, la paralisi del sonno isolata può interrompere i naturali cicli del sonno, perciò necessita di una terapia.
Le scienziate austriache Ambra Stefani e Brigit Hogi del dipartimento di Neurologia alla Medical University di Innsbruck espongono i metodi usati per trattare la paralisi del sonno in un articolo pubblicato a Novembre 2020. Basandosi su studi pregressi, i ricercatori concludono che la deprivazione cronica del sonno, ritmi circadiani disturbati, e ritmi sonno-veglia associati allo stile di vita moderno inducono stress che contribuisce alla paralisi del sonno. Cambiare questi fattori è la chiave di una terapia efficacie.
Gli scienziati notano che la paralisi del sonno avviene maggiormente quando il dormiente è disteso supino. Quindi si consiglia ai pazienti di cambiare la posizione in cui dormono. Un altro fattore che aggrava l’incidenza della paralisi del sonno è il Jet Lag, in seguito al quale si raccomanda un buon riposo.
Visto che gli episodi si placano spontaneamente, o in seguito ad una stimolazione sensoriale, ad esempio quando si viene toccati da una persona, o quando suona un allarme, è possibile consigliare ai partner dei pazienti di toccare il soggetto nel momento in cui sentono una respirazione veloce ed altri segnali di paralisi del sonno.
In casi specialmente gravi, per i pazienti è indicata la terapia cognitiva-comportamentale.
Alcuni di voi hanno sperimentato la paralisi del sonno. Secondo voi è dovuta a stress o mancanza di sonno? Condividi la tua esperienza nei commenti.
Lo studio è stato pubblicato a Novembre 2020 nel Giornale Neurotherapeutics.