Nella letteratura occidentale, le prove del sogno lucido (LD) risalgono ad Aristotele. Anche a est non mancano tali messaggi. Al momento è stato pubblicato un numero enorme di articoli scientifici che studiano questo fenomeno da diverse prospettive. Berenika Maciejewicz, una ricercatrice statunitense, ha compilato una panoramica dei principali risultati scientifici nell’argomento LD.
L’autrice ha esaminato 117 articoli, la maggior parte dei quali ha escluso a causa della mancanza di descrizioni dei metodi di induzione LD, scarsa copertura o insufficiente verifica empirica. Di conseguenza, il ricercatore ha lasciato 26 pubblicazioni a un’analisi dettagliata.
Come osserva l’autrice, tutti gli scienziati aderiscono a una definizione simile di sogni lucidi. È opinione comune e concordata che LD significhi che il sognatore è consapevole del fatto che sta dormendo, il che in alcuni casi può dargli l’opportunità di influenzare il contenuto del sogno. Quasi tutti riconoscono il contributo di Fredrik Van Eeden, lo psichiatra olandese che ha dato questa descrizione di base del DV.
Gli scienziati offrono vari mezzi per indurre sogni lucidi. Il ricercatore ha diviso tutti i metodi in tre gruppi:
- Tecniche cognitive (test di realtà, autosuggestione, risvegli notturni con ritorno a letto, ecc.).
- Stimolazione esterna (maschere che danno un segnale luminoso; una voce o un suono preregistrato; influenza tattile).
- Applicazione di farmaci (i partecipanti che li hanno assunti hanno riportato LD, ma anche gravi effetti collaterali – fino a vomito, nausea e insonnia).
Alcuni metodi sono davvero buoni, ma, come aggiunge il ricercatore, nessuno di essi è il migliore o il più affidabile, né garantisce una esperienza di LD. Tuttavia, molti di questi, aumentano le probabilità di riuscita, soprattutto se provati in combinazione.
In conclusione, l’autore sottolinea uno dei problemi più importanti nel campo dello studio dei LD: non c’è uniformità nella metodologia di ricerca. Se gli scienziati aderissero a standard comuni, sarebbe possibile ottenere dati più conclusivi e Analoghi.
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Articolo pubblicato ad Ottobre 2022 nella rivista International Clinical Neuroscience Journal.
