“Mi sono trovato nel favoloso tunnel di luce. Tre figure amorevoli mi stavano aspettando. Sapevo chi erano. Non avevo paura, ma sapevo che se avessi continuato, non ci sarebbe stato ritorno”. Storie simili di esperienze di pre-morte (NDE) sono state oggetto di studi sempre più intensi da parte dei medici negli ultimi anni. Ma è sempre difficile per i medici valutare quanto siano vere e cosa esattamente il paziente abbia sentito e visto. A meno che non siano essi stessi il paziente.
Un neuroscienziato spagnolo, Alex Gomez-Marin, ha pubblicato un articolo con riflessioni filosofiche sulla propria esperienza di pre-morte. L’autore la considera uno degli stati alterati di coscienza, che comprende sia i sogni lucidi che i viaggi fuori dal corpo (quelli che chiamiamo stati di fase), così come l’ipnosi, la regressione, la trance, le esperienze meditative e psichedeliche, i risvegli spirituali, ecc.
Nel documento, Gomez-Marin cerca di analizzare cosa è successo. Si è trattato solo di un’allucinazione causata dalla mancanza di un adeguato apporto di sangue al cervello? O di qualcos’altro? Se si trattava di un malfunzionamento fisiologico, perché tutti i pazienti in situazioni simili non lo sperimentano? D’altra parte, perché tante storie di NDE sono così simili tra paesi e culture diverse? L’autore finisce per formulare la sua principale domanda di ricerca come segue: il cervello secerne la mente come il fegato secerne la bile, o la filtra come una radio quando riceve onde elettromagnetiche?
La sua conclusione, per quanto vaga, è che dobbiamo trattenerci dall’affrettare una risposta. Sarebbe una cattiva idea offrire spiegazioni premeditate o improvvisate, o usare luoghi comuni come “paranormale”, “soprannaturale” o “pseudoscientifico”. Essi rivelano solo pregiudizi mascherati da scienza. Secondo Gomez-Marin, il compito di uno scienziato è quello di studiare l’ignoto, anche quando questo sfida le proprie convinzioni personali.
Qual è la domanda principale sulla NDE che faresti se potessi ottenere una sola risposta?
L’articolo è stato pubblicato nel gennaio 2023 sulla rivista Organisms: Journal of Biological Sciences.