In una recente indagine condotta in Pakistan, tre ricercatori—Aarzu Zahid, Yumna Ali e Syeda Farhana Kazmi—hanno esplorato il legame tra la qualità del sonno, le caratteristiche demografiche (genere, età e reddito) e la pratica del sogno lucido. Per comprendere meglio questo fenomeno, hanno intervistato sessantuno studenti universitari adulti e in buona salute.

I risultati hanno rivelato qualcosa di inaspettato: la qualità del sonno non incide in modo significativo sulla capacità di sperimentare sogni lucidi. Allo stesso modo, età, genere e reddito non sembrano influenzare questa particolare abilità onirica. Ancora più sorprendente è stato scoprire che la qualità del sonno non ha un impatto rilevante sull’ansia o sulla preoccupazione generale legata ai sogni. In altre parole, il sonno, l’ansia e la lucidità onirica sembrano muoversi su binari paralleli, talvolta sfiorandosi, ma senza mai intrecciarsi in modo sostanziale.

Tuttavia, i ricercatori non si sono fermati qui. Hanno riconosciuto che potrebbero esistere differenze di genere ancora inesplorate: uomini e donne ricordano i sogni con la stessa facilità? Hanno le stesse probabilità di diventare lucidi mentre sognano? Per rispondere a queste domande, saranno necessarie indagini più approfondite. Inoltre, altri elementi potrebbero giocare un ruolo chiave: il consumo di caffeina, la frequenza dell’attività fisica, il tempo trascorso sui social media o immersi nei videogiochi potrebbero avere un impatto sulla percezione del sogno.

Ti sei mai chiesto se le tue abitudini quotidiane, il tuo ritmo di sonno o la tua età influenzano i tuoi sogni lucidi?

Questo studio è stato pubblicato nel gennaio 2025 sullInternational Journal of Dream Research.

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